Kursk by Robert Moore

Kursk by Robert Moore

autore:Robert Moore [Moore, Robert]
La lingua: ita
Format: epub
editore: BUR Rizzoli
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


III

Mercoledì 16 agosto 2000

Ministero della Difesa, Mosca

Settantadue ore dopo l’incidente, e con i tentativi di salvataggio della Flotta del Nord falliti miseramente, l’aspro dibattito politico non aveva ancora fornito una risposta alle offerte d’aiuto di Norvegia e Gran Bretagna ferme sulla scrivania dell’ammiraglio Kuroedov. Il gesto simbolico degli Stati Uniti, giudicato politicamente inaccettabile, era invece stato respinto su due piedi: non era ammissibile accettare aiuto dalla nazione che più di tutte spiava la Flotta del Nord in modo sistematico e aggressivo. Ma le offerte britannica e norvegese, provenienti da Paesi che avevano legami storici con la Russia artica, avevano diviso gli ammiragli russi.

I leader della nazione erano stati colti alla sprovvista dalla crisi. Durante il mese di agosto l’élite politica e militare abbandona Mosca per raggiungere le lussuose dacie governative. Gran parte delle autorità chiave erano a rilassarsi nelle province. Il generale Anatolij Kvašnin, capo di stato maggiore generale nonché massimo ufficiale delle forze armate russe, era in vacanza a Soči insieme al suo comandante in capo, il presidente Putin. Anche il generale Leonid Ivašov, il falco dall’acume formidabile che gestiva la politica internazionale del ministero della Difesa, si trovava fuori città; l’alto ufficiale, noto per le sue radicate idee antioccidentali, era infatti impegnato in un tour estivo tra le remote basi militari.

Le complicate gerarchie interne e gelosie che covavano da tempo fecero sì che a Mosca il quadro della situazione nel Mare di Barents fosse alquanto confuso. Per esempio, i rapporti del generale Popov inviati dal Pëtr Velikij furono indirizzati non al ministro della Difesa o allo stato maggiore, bensì al comandante della marina, Kuroedov. E, visto quanto c’era in gioco – compreso il prestigio della sua flotta più potente e le proprie ambizioni di succedere al maresciallo Sergeev – Kuroedov seguiva con attenzione le informazioni trasmesse.

Quel martedì, dopo che il generale Kvašnin e il generale Ivašov si erano precipitati a Mosca, il dibattito se accettare o meno l’aiuto occidentale si intensificò. Alcuni alti ufficiali affermavano che la Russia sarebbe apparsa come una nazione cinica se avesse rifiutato l’assistenza internazionale. Ironia della sorte, nonostante la sua reputazione da integralista, si ritiene che Ivašov fosse in testa al gruppo che chiedeva di accogliere le competenze straniere.

Altri affermavano che le offerte occidentali mascherassero l’ipocrisia di potenze interessate soltanto a raccogliere informazioni nel Mare di Barents. Una teoria sostenuta in particolare dall’oscuro Ottavo direttorato dello stato maggiore, un’organizzazione supersegreta all’interno del ministero della Difesa, incaricata di proteggere i segreti militari della Russia.

Il Kursk era tra i sottomarini più moderni dell’arsenale nazionale; i suoi missili antinave Ss-n-19 Shipwreck e l’equipaggiamento per le comunicazioni criptate nella sala radio rientravano tra le apparecchiature segrete più sensibili della marina. L’idea che specialisti occidentali avessero il permesso di avvicinarsi al sottomarino in avaria appariva ai funzionari del controspionaggio dell’Ottavo direttorato non solo sgradita, ma oltraggiosa. Affermavano che la Flotta del Nord non era una guardia costiera, né il Kursk un peschereccio, e che la difesa dei segreti nazionali valeva bene le vite di un pugno di sommergibilisti.



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